Dopo vari richiami da caccia sintetici, ami gettati con esca o senza esca, nottatte passate al pensiero che prima o poi dovesse succedere, contatti con automi automatici addetti alla distribuzione di stimoli prefabbricati e alla fabbricazione di buoni sentimenti in scatola.............................
dopo tutto questo, il buon Gilliam è riuscito a farmi avere la sua visione delirante del mondo, già espressa in altri epici film come "Brazil" (1985), oppure con il dolcemente donchisciottiano "Le avventure del barone di Munchhausen" (1988), il cupo "La legenda del Re Pescatore" (1991), il visionario "L'esercito delle 12 scimmie" (1995), fino ad arrivare, affannosamente, ormai in condizioni lisergicamente empiriche, all'apoteosi del capolavoro di estratti bibliografici del giornalista e scrittore Hunter Stockton Thompson "Paura e Delirio a Las Vegas" del 1998 (anche se il titolo originale è "Fear and Loathing in Las Vegas" che dovrebbe essere tradotto con "Paura e Disgusto in Las Vegas")
Ma veniamo al film....................................
E' un viaggio delirante a Las Vegas di un giornalista in compagnia del suo avvocato, per scrivere un articolo sulla più massacrante corsa nel deserto di moto e buggy prima, e su un congresso di procuratori distrettuali che studiano come risolvere il problema della droga poi, con tanto di esperto, che insiste a chiamare uno spinello "scarafaggio" perchè in realtà ha la stessa di lui forma, e di un video in cui si mostrano i comportamenti malsani dei tossici mariuanistici.
Spiegare la linea del film è impossibile,
descrivere le scene, alcune dal chiaro profumo psicotropo, è inutile,
vedere il film è l'unica soluzione.
Ciò che posso dire e che ho avuto la sensazione che si ha guardando il Tao Yin/Yang, un film che all'apparenza sembra vuoto, insulso, senza alcun senso o pretesa (del resto Gilliam ci ha abituato a questo), ma che nel profondo (se si è predisposti e tossicamente puri) distilla pillole di infinita verità, su una generazione che, citando il film e quindi il libro, "Eravamo convinti di aver vinto, senza usare violenza, ma solo con l'energia che sprigionavamo".
Ed in realtà era così, per un breve periodo avevamo vinto, il mondo era caricato energeticamente di bene, nonostante le guerre, le bugie, le stragi e chi più ne ha più ne metta................................................."Noi avevamo vinto perche eravamo liberi";
Il resto...............................bè il resto sta a voi,
scegliere di vedere il film, non semplice da seguire, e senza pretese di grandiosità, senza aspettarsi un film comune, che ceratmente a molti di voi sembrerà una cagata pazzesca, oppure continuare a vivere una vita normale, "Guardando il segno che l'onda ha lasciato sul muro prima di tornare indietro"
PS. Il grande Johonny Depp per preparare la costruzione del personaggio di Raoul Duke, ha passato mesi e mesi in compagnia del giornalista Hunter, 24 ore al giorno in modo da rendere la sua interpretazione quanto più realistica possibile.